Fuggito dall'Europa per le persecuzioni razziali, Albert Einstein ottenne la possibilità di proseguire le sue ricerche all'Institute for Advanced Study di Princeton, nel New Jersey.
Il giorno successivo il suo trasferimento suonò il telefono nell'ufficio del professor Luther P. Eisenhart, notissimo matematico che all'epoca era il preside della facoltà.
Al telefono non rispose Eisenhart ma la segretaria.
All'altro capo del filo una voce chiese:
"Posso parlare con il professor Eisenhart?".
La segretaria, molto professionalmente, rispose che il preside non era in ufficio.
La voce allora provò a chiedere:
"Forse lei sa dirmi dove abita il professor Einstein"
Sempre più professionalmente la segretaria del preside si scusò, ma disse che non era un'informazione che poteva dare per telefono, soprattutto perché il professor Einstein era molto geloso della sua privacy.
Sempre più timida, quasi un sussurro, allora la vocina all'altro capo del telefono disse:
"Per favore non lo dica a nessuno. Ma... il professor Einstein sono io. Sto andando a casa, ma ho dimenticato dove abito..."
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