mercoledì 20 ottobre 2010

lunedì 10 maggio 2010

Aneddoto 14/ Una barba di mondiali

Manca meno di un mese all'inizio dei Campionati mondiali di calcio, forse al pari delle Olimpiadi uno degli eventi sportivi più importanti del pianeta.

Se fossi un giocatore in odor di nazionale in questo periodo mi guarderei bene dal fare qualsiasi cosa.

Ne sa qualcosa Emerson Ferreira da Rosa, meglio conosciuto come Emerson, che nei mondiali del 2002 doveva essere capitano del Brasile.
Finito un allenamento pochi giorni prima dell'inizio del torneo, da buon brasiliano giocherellone, si mise tra i pali per fingere di allenarsi da portiere... e buttandosi per parare si procurò un infortunio alla spalla che gli costò il mondiale che poi i suoi compagni vinsero (e ad alzare la coppa, al posto di Emerson, c'era Cafù).

Ancora più tragicomica la storia di Santiago Cañizares, portiere spagnolo con capelli ossigenati, occhi da pazzo e faccia da attore di Tarantino.
Alla vigilia dello stesso mondiale, che avrebbe dovuto giocare da titolare, mentre era nel bagno gli cadde una bottiglietta di dopobarba sul piede, provocandogli la rottura di un tendine.

Non so se c'entri qualcosa, ma secondo me De Rossi, che non si taglia la barba da qualche mese, ha paura di fare la fine del buon Cañizares...

venerdì 7 maggio 2010

Aneddoto 13/ I tram meneghini a San Francisco

Nel 1928 la ditta Carminati&Toselli produsse per l'ATM di Milano 500 tram di tipo Peter Witt, all'epoca di colore verde, oggi dal caratteristico colore arancione.
Ancora oggi alcuni di questi sferragliano in giro per Milano, ed è normale per i milianesi vederseli passare davanti o anche usufruirne.

Non credo molti si fermino a pensare che quei cosi hanno ormai 82 anni e viaggiano lisci come l'olio senza problemi di sorta, senza alcuna voglia di andare in pensione nonostante l'età.

Ma non tutti quei tram sono a Milano: infatti una parte è stata venduta oltreoceano e viaggiano tuttora per le strade di San Francisco, con tanto di stemma visconteo sulla fiancata.

giovedì 6 maggio 2010

Aneddoto 12/ Se siete calvi attenti ai gipeti

Il gipeto, anche detto avvoltoio degli agnelli, ha la caratteristica molta carina nel mondo animale di avere la capacità di essere anche "apriscatole".
Infatti, quando vuole mangiare una tartaruga, diversamente dagli altri predatori, messi in scacco dalla tecnica difensiva della testuggine, risolve in modo molto arguto: prende il malcapitato rettile, che si pensa al sicuro dentro la corazza, con gli artigli, vola più in alto possibile e lo lascia cadere su un sasso.
Ma questo lo si può scoprire guardando un qualsiasi documentario del National Geographic.

Meno nota è la storia che associa il gipeto con il famosissimo drammaturgo greco Eschilo.

Secondo la leggenda, mentre passeggiava sulle mura di Gela, in Sicilia, l'autore dell'Orestea, che era affetto da calvizie, fu scambiato da un gipeto per un grosso sasso lucido... e la tartaruga che arrivò dal cielo lo uccise.
La storia invece non dice se la tartaruga sopravvisse all'impatto o meno. 
(grazie ad Alessandra per avermi suggerito questo aneddoto)

Aneddoto 11/ L'infanzia dello zio Fester

La famiglia Addams appare in America in una striscia di fumetti nei primi anni '30 del '900, creata da un certo Charles Addams con l'intento si fare della satira sui comportamenti borghesi dell'epoca.

Dalle strisce dei fumetti si passa quindi alla tv e poi al cinema (ancora oggi si parla di un progetto avviato da Tim Burton per il 2012 di realizzare un film in stop-motion 3D sulla famiglia residente all'1313 di Cemetery Lane).

Ma la versione che più è entrata nell'immaginario collettivo è stata quella televisiva andata in onda negli Stati Uniti a metà degli anni '60.
Di tutta la serie tv uno dei personaggi più divertenti era lo zio Fester, inventore strampalato, capace di accendere una lampadina semplicemente infilandosela in bocca, che soffriva di frequenti e dolorosissimi mal di testa che curava stringendosi il cranio glabro in una morsa d'acciaio.
Il personaggio era interpretato da tal Jackie Coogan, che era stato pilota durante la seconda guerra mondiale.

Ma la cosa interessante è quello che ha fatto prima di arroularsi nell'aviazione e di diventare lo zio Fester:
nel 1919, all'età di soli 5 anni, mentre era dietro le quinte del teatro dove il padre, modesto attore, recitava, fu notato da un attore e regista che già da tempo progettava un film da girare con un bambino, ma non trovava il pargolo adatto al ruolo.
Questo attore e regista era Charlie Chaplin, e il ruolo che affidò al piccolo Jackie era quello del "monello" nell'omonimo (e bellissimo) film del 1921.

Quindi, in un certo senso, si può dire che lo zio Fester da piccolo è stato il monello di Charlot...

giovedì 29 aprile 2010

Aneddoto 10/ Occhio di lince piantato in asso

Dicesi disillusione.
Anni convinti che la lince (quella specie di grosso gatto con le basette e le orecchie a punta stile dottor Spock) abbia una vista eccezionale, poi si scopre che non è vero.
In origine, infatti, il modo di dire era "Occhio di Linceo", riferito al personaggio degli Argonauti, fratello gemello di Idas, che era dotato di vista eccezionale, tanto da vedere attraverso i muri (la supervista di Superman quindi è un plagio).

Per un bel po' si è andato avanti a dire "occhio di Linceo", finchè ad un certo punto la gente che non sapeva nulla degli Argonauti, del Vello d'Oro e della mitologia greca in generale si è guardata in faccia e ha domandato "Ma chi è questo Linceo? io conosco solo la lince!"

E così tutt'ad un tratto la lince si è trovata a essere un animale con una vista eccezionale.

Storia simile per il modo di dire "piantare in asso".

In realtà qui potrebbe sembrare semplice: l'asse è l'uno, e piantare in asso può essere visto come lasciare qualcuno da solo.

Anche qui invece c'è da scomodare la mitologia greca: Arianna, dopo aver aiutato Teseo ad uscire dal labirinto con il suo famoso filo, fugge insieme agli ateniesi, ma viene abbandonata (piantata) da Teseo sull'isola di Nasso, per motivi che il mito non chiarisce (probabilmente lei gli rompeva le balle perché non abbassava la tavoletta del water).


Nell'italiano colloquiale l'esotico toponimo Nasso si sarebbe ben presto trasformato in un più comune asso.