Primo dopoguerra, nell'Inter gioca come attaccante un toscanaccio della provincia di Pistoia: tal Benito Lorenzi, dai più conosciuto come "Veleno", soprannome evocativo non inventato dai tifosi avversari o dai compagni di squadra, ma direttamente dalla madre Ida, esasperata dalla vivacità del piccolo Benito.
Nomen omen, sentendosi chiamato così, Veleno tiene fede alla sua fama, e si rende protagonista di innumerevoli episodi particolari, come quando durante i mondiali del '54 tira un calcio all'arbitro, o quando in vernacolo toscano rivolge parole poco edificanti alla regina Elisabetta parlando in campo con l'attaccante della Juventus John Charles, che molto britannicamente rispose "Non è la mia regina, io sono gallese".
Altra caratteristica era quella di tirare calci agli avversari a palla lontana per provocare una reazione e farli espellere, o strizzare loro i testicoli nelle mischie in area.
Ma l'episodio più famoso riguarda un Derby della Madonnina:
l'Inter era in vantaggio per 1-0, quando l'arbitro (il famoso Concetto LoBello), concede un rigore al Milan.
La cosa suscita grandi proteste da parte dei nerazzurri, che assediano l'arbitro per discutere la sua scelta.
Lorenzi invece si avvicina alla panchina e chiede da bere al massaggiatore, questo gli dà mezzo limone.
A questo punto scatta il "genio" malvagio: finito di succhiare il limone Veleno lo piazza sotto il pallone, già posizionato sul dischetto.
Finite le proteste l'ala sinistra del Milan, argentino dal cacofonico nome di Tito Cucchiaroni, si avvicina al pallone per calciare, proprio sotto la curva rossonera.
I tifosi, gli unici che si erano accorti della cosa, continuavano a gridare "il limone, il limone!", ma non furono ascoltati.
L'epilogo della storia lo si può intuire: Cucchiaroni calciò il pallone a lato di sei metri, e finita la partita con la vittoria dell'Inter Lorenzi dovette scappare negli spogliatoi per evitare l'assalto dei tifosi che volevano fargli pagare lo scherzo.
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