martedì 27 aprile 2010

Aneddoto 9/ La tragicomica esperienza di Mario Jardel all'Ancona

130 gol in 125 partite sono una cosa non da tutti, anche se si tratta del campionato portoghese, dove se uno ha un minimo di fiuto del gol diventa subito la punta titolare, visto che gli altri giocatori (caratteristica tipica dei portoghesi) giocano bene ma la porta non la vedono neanche dipinta.
Mario Almeida Ribeiro Jardel, al Porto dal 1996 al 2000, ha segnato tanto, ha vinto tanto e si è segnalato come bomber di razza, anche se non aveva piedi da brasiliano quale è.
Dopo il Porto fa una stagione al Galatasaray (22 gol in 24 partite) e una di nuovo in Portogallo alla Sporting Lisbona (53 gol in 49 partite!!, Scarpa d'Oro, cioè miglior cannoniere europeo).
A questo punto SuperMario ha una grave crisi dovuta al divorzio dalla moglie, una nota showgirl brasiliana.
Non si presenta al ritiro, finisce in Inghilterra al Bolton ma non gioca praticamente mai...
È a questo punto, nel gennaio 2004, che la sua strada si incrocia con l'Italia, e in particolare con l'Ancona, neopromossa in serie A in quella stagione che fino a quel momento aveva affrontato una stagione decisamente fallimentare, cambiando tre allenatori ma rimanendo inevitabilmente e ineluttabilmente in fondo alla classifica.

Per correre ai ripari la dirigenza tenta una mossa disperata: acquistare un giocatore "di peso" come Jardel.

Il suo arrivo all'Ancona è tragicomico: il giocatore presentato ai tifosi è un omone di 1.90 che sembra avere un pallone nascosto sotto la maglietta.

La forma è simile a quella di un camionista americano medio.

La presentazione avviene prima della partita Ancona-Perugia.
Mario, sciarpa rossa dell'Ancona al collo, si avvia sotto la curva per salutare i suoi nuovi fans e per promettere loro valanghe di gol per riuscire a salvarsi.

Momenti di confusione... ma cosa sta facendo?
Quello che sarà poi impietosamente chiamato "Lardel" o "Ciambel" ha sbagliato tifoseria, causa somiglianza cromatica è sotto la curva del Perugia, insultato dai supporter della squadra avversaria.

Il DS dell'Ancona lo va a prendere e lo indirizza verso la curva giusta, ma ormai l'inizio dell'avventura è compromesso.

L'avventura durerà ben poco, infatti dopo solo tre presenze, ovviamente senza gol, gli anconetani disperati riuscirono a rescindere il contratto e rispedire il giocatore al Bolton.

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